PAOLO QUAGLIA, docente presso Formazione Sicurezza Costruzioni di Torino, sarà presente a Bolzano dal 29 settembre al 1 ottobre per i WorldSKills Italy 2016 e a Göteborg dall’1 al 3 dicembre per gli EuroSkills 2016. Gli abbiamo fatto qualche domanda per saperne di più sul mondo delle competizioni WorldSkills, ed anche per avere il suo parere di esperto sui cambiamenti che sta attraversando la professione del muratore.
Buongiorno Paolo, come va? Raccontaci come sta procedendo il percorso del nostro Competitor, Kevin Longo. Hai avuto modo di seguire la sua preparazione? Come sta andando?
Beh, Kevin si è diplomato quest’estate e si sta preparando per i prossimi appuntamenti di Bolzano e di Goteborg… Lui è sempre molto ottimista, positivo e presente, si sta organizzando nell’impresa di famiglia per prepararsi a dovere. Siamo in contatto con una certa frequenza, il ragazzo è molto “sul pezzo”.
Tu hai partecipato come Expert nell’ultima edizione dei Campionati Regionali WorldSkills Piemonte 2015, mentre il 2016 ti vedrà presenziare ai WorldSkills Italy e agli EuroSkills. È una bella responsabilità, perché sei chiamato a giudicare l’operato dei ragazzi. Per voi giudici, qual è la sfida più grande?
Sicuramente quella di valutare con precisione tutto ciò che richiede il percorso di valutazione e di trovare anche una sintonia con gli altri giudici, nel senso che ci sono parametri oggettivi e quindi di lì non si scappa, come le misurazioni nel nostro caso, o la planarità delle superfici, e poi ci sono invece dei parametri di valutazione più soggettivi ed è su quelli che bisogna trovare il giusto equilibrio.
Ti è mai capitata una situazione in cui è stato necessario mediare?
No, nell’edizione dei Regionali c’era un’ottima persona di Bolzano, Anton Oberhofer, che è stato molto valido. Solo in un caso forse abbiamo rivisto una valutazione, ma in modo molto semplice e lineare.
Parliamo un po’ della professione. Rispetto a quando hai iniziato, in che cosa trovi sia più cambiato il mestiere di muratore e dell’edile?
Diciamo che le costruzioni si sono dovute adeguare alle nuove tecnologie, specie riferite al contenimento energetico. Costruttivamente negli ultimi anni ci sono state delle novità sia in quello che nell’ambito dei materiali. L’evoluzione c’è, ovviamente è lenta perché tutto ciò che va all’interno del prodotto, ovvero dello spazio abitativo e lavorativo, deve eseguire tutta una serie di test di omologazione per poter essere utilizzato correntemente sul mercato. Però queste innovazioni ci sono e il nostro compito è anche quello di portare i ragazzi alla conoscenza di queste tecnologie perché con una certa progressività poi queste vanno a sostituire quelle più tradizionali, che possiamo definire in alcuni casi superate, al di là di quello che invece è l’ambito del restauro, dove è indispensabile conoscere e mantenere le vecchie tecnologie per poter intervenire sui fabbricati storici.
Secondo te in generale cosa ci vuole per diventare un vero professionista?
Quello che è indispensabile oggi credo sia mantenersi costantemente aggiornati. Perché mentre qualche decennio fa l’evoluzione non era così normata, estremamente lenta e peraltro vista anche molte volte con scetticismo dagli addetti ai lavori, adesso è diverso. C’è molto interesse per ciò che il mercato offre come novità, e quindi essere attento a ciò sicuramente si ripercuote su una professionalità che non rimane più quella del mero esecutore, ma anche quella, con le dovute proporzioni, di un consulente nei confronti della committenza e dei professionisti che man mano entrano all’interno di un ambito che va al di là del solo progetto.
Tu che cosa consiglieresti ad un ragazzo che vuole avvicinarsi a questa professione?
Direi di fare un primo percorso sicuramente nell’ambito di quello che attualmente le scuole edili offrono qui, e poi provare ad affrontare dei cantieri, anche fuori dai confini regionali o nazionali. Questo per crearsi esperienze costruttive. Le diversità che si incontrano non fanno altro che arricchire, come bagaglio.
Secondo te, qual è il contributo più grande che WorldSkills Piemonte, anche grazie all’Agenzia Piemonte Lavoro, può dare a questi ragazzi e ragazze? Qual è il valore aggiunto?
Secondo me sono diversi. Uno è sicuramente la condivisione di un’esperienza con coetanei che affrontano altre tematiche e altre tipologie di lavoro. Poi sicuramente WorldSkills dà loro la possibilità di provare se stessi in una modalità di lavoro che per caratteristica propria è diversa da quella del lavoro canonico. Poi direi certamente anche la possibilità di autovalutarsi e di avere o costituire dei riferimenti per quelli che con loro affrontano la gara, che offre spunti interessanti.
Ok. Immaginiamo di essere al momento della gara, vedi che un Competitor è un po’ in crisi prima della competizione. Che cosa gli dici per incoraggiarlo?
Direi di non lasciarsi troppo impressionare da ciò che gli accade intorno, dall’ovvia confusione generata dal momento, oltre che da una naturale preoccupazione. Stare concentrato sul tema assegnato, svolgere le operazioni senza perdere il controllo di più fattori contemporanei nell’ambito della produzione del manufatto. Ordine, pulizia, regolarità… Richiamando questa concentrazione il ragazzo dovrebbe, se ha un momento di smarrimento, rientrare un po’ nei binari e procedere.
Grazie Paolo per il tempo che ci hai dedicato, e… In bocca al lupo anche a te!
Grazie a voi, a presto!