L’intervista: Matteo Aicardi

Matteo_Aicardi

L’esperienza WorldSkills nelle parole dell’expert piemontese WorldSkills nel settore della grafica

A ottobre si sono svolti a Bolzano i campionati nazionali dei mestieri WorldSkills Italy: cosa ha portato a casa da quella esperienza (oltre alla medaglia d’argento conseguita dal competitor che lei ha “allenato”)?

Grande soddisfazione. Certamente per la medaglia d’argento, non lo nego, ma anche per il coinvolgimento appassionato dimostrato dai ragazzi. Anche se ho già alle spalle due edizioni dei campionati europei WorldSkills, porterò sempre con me il ricordo di questa mia prima partecipazione ai campionati nazionali. Sono stati entusiasmanti.

Cosa le ha restituito l’esperienza WorldSkills come professionista del settore?

Un grande arricchimento: il confronto di alto livello è prezioso e professionalizzante. Stare con i migliori non può che… migliorare! Inoltre, mi ha anche permesso di capire il nostro livello.

Qual è dunque il livello dei piemontesi nel mestiere del graphic design?

Alto, ce la giochiamo con i migliori. Posso affermare con soddisfazione che la comunicazione pubblicitaria qui da noi in Piemonte, e in genere in Italia, è efficace.

Quale è stato il ritorno per i ragazzi?

Hanno avuto la possibilità di mettersi alla prova, constatare di essere all’altezza degli altri e di conseguenza acquisire maggiore fiducia in se stessi. Hanno visto i loro sforzi concretamente premiati.

Ha avuto momenti di confronto con gli altri expert del settore?

Sì, tanti e molto utili. In queste occasioni io mi dimostro sempre piuttosto curioso: cerco il confronto con i colleghi per verificare la rispondenza fra gli standard di lavoro che, come professionisti, presentiamo al cliente e i parametri proposti da WorldSkills. Questo consente di mettere a rapporto il bagaglio professionale di cui ognuno di noi dispone e i margini di miglioramento. Sono stati proprio l’adesione agli standard e il confronto con gli altri expert che mi hanno permesso di crescere come formatore.

Mutuerà qualche spunto nuovo da quanto ha visto?

Dall’osservazione di come gli altri competitor si preparano alle gare ho tesaurizzato alcuni dettagli importanti che offrono un duplice vantaggio: aumentano le competenze dei ragazzi e perfezionano la mia preparazione come formatore. Gli standard WorldSkills, frutto dell’esperienza di expert internazionali, sono molto alti.

Cosa prevedono per un grafico? In altre parole, cosa deve sapere e saper fare un grafico secondo gli standard WorldSkills?

Al di là della creatività, che rappresenta una parte fondamentale del mestiere del grafico, è soprattutto nelle abilità tecniche che gli standard WorldSkills richiedono una conoscenza ampia. Che è poi la stessa che esige il mondo del lavoro: oltre all’immaginazione, per esempio, viene messa alla prova la creatività legata alla realizzazione di un brand, la manipolazione di immagini, l’elaborazione di un progetto con finalità di stampa, per web o altri supporti… Tutte competenze tecniche di ampio spettro e alto livello.

Con questi presupposti, fa ancora più piacere riscontrare quanto è emerso dalle sue parole, cioè la buona qualità dell’offerta formativa piemontese nel mestiere del grafico…

Sì, lo confermo: in Piemonte la formazione professionale prepara i ragazzi ad affrontare il mondo lavorativo. Il livello non è per nulla lontano dai parametri qualitativi definiti da WorldSkills.

Cosa mancherebbe per raggiungerli pienamente?

Più ore di laboratorio, dove i ragazzi possano lavorare sui programmi e perfezionare la preparazione tecnica. E più confronto con il mondo del lavoro: le ore di stage in azienda o in agenzia sono preziose per dare concretezza. I vincitori delle gare avevano tutti alle spalle esperienze di alternanza scuola lavoro: era quella la loro marcia in più.

Come hanno vissuto l’esperienza WorldSkills i ragazzi che lei ha seguito?

Non è neppure da chiedere: è piaciuta moltissimo e vorrebbero ripeterla. La considerano un’esperienza irrinunciabile per le relazioni che si formano, il pathos della competizione, la possibilità di verificare la propria preparazione. Immagini il piacere di poter misurare la loro abilità applicandola al mestiere che amano… Sono tornati a casa con il cuore pieno di gioia.

In che modo il format WorldSkills contribuisce all’innalzamento della qualità dell’istruzione e della formazione professionale?

Il sistema di valutazione WorldSkills avvicina concretamente il mondo scolastico a quello produttivo perché impone ai formatori un aggiornamento costante, e permette ai ragazzi di confrontarsi con il mondo lavorativo attuale, non di qualche anno fa…

Ricorre nuovamente il concetto di funzione formativa anche per gli expert.

Sì, dall’esperienza WorldSkills l’expert ne guadagna per due aspetti: come professionista aggiorna le proprie competenze tecniche; come formatore acquisisce criteri precisi e di alto livello per valutare le competenze dei ragazzi. Comunque sia, l’expert accresce il proprio bagaglio professionale.

Ha creato un network con gli altri partecipanti?

Nascono forti rapporti di stima e amicizia con i colleghi, ma anche con gli expert di altri mestieri, italiani e, a livello europeo, anche stranieri.

È forte la funzione di orientamento formativo e professionale?

È uno degli scopi più importanti del format WorlSkills: mostrare ai giovani, che devono scegliere il proprio percorso scolastico, la realtà di un mestiere e quali abilità servono per saperlo fare.

Qual è, secondo lei, il vero valore aggiunto di WorldSkills?

La correlazione fra mondo formativo e occupazionale. E, aggiungo, consapevolezza e valorizzazione delle competenze necessarie per affrontare un mestiere.

A questo proposito, come valuterebbe l’adozione degli standard WorldSkills nel sistema scolastico?

Un’ipotesi che merita di essere considerata! Permetterebbe l’aggiornamento continuo della formazione, incrementerebbe e valorizzerebbe le competenze tecniche, manterrebbe in modo costante un alto livello formativo. Tutti valori indispensabili perché i ragazzi escano da scuola davvero con un mestiere in mano.

Una parola per definire WorldSkills?

Bellissimo! Che lo si viva come expert, competitor o spettatore non la si può pensare diversamente.

Qualcosa da aggiungere?

Credo molto in questo progetto: a mio parere va portato avanti e potenziato con un più ampio coinvolgimento di studenti, formatori, istituti e agenzie. Anzi, il mio sogno è che in Italia WorldSkills venga adottato a livello nazionale.

EuroSkills dà appuntamento in autunno a Graz

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Ufficializzata la nuova data dei campionati europei dei mestieri: si terranno dal 22 al 26 settembre 2021

Inizialmente pianificati a settembre 2020 a Graz, in Austria, a causa della pandemia i campionati europei dei mestieri EuroSkills sono stati posticipati. Oggi l’ufficializzazione: la città austriaca li ospiterà dal 22 al 26 settembre 2021.

Cambia anche la location: non più il Messecongress Graz, che era stato scelto inizialmente, ma lo Schwartzl Freizeitzentrum Center. Si tratta di uno spazio con ampie aree open air, a 15 chilometri dal centro della città.

La presidentessa di WorlSkills Europe Dita Traidas, ha commentato con soddisfazione la decisione: “La pandemia ha avuto un impatto significativo sull’organizzazione di EuroSkills Graz, ma siamo riconoscenti al comitato organizzatore per aver lavorato senza sosta insieme a WorldSkills Europe per far sì che il movimento WorldSkills non si fermasse nonostante queste complicate circostanze”. Ha poi aggiunto: “La nostra speranza è che a settembre si possa davvero svolgere ancora una volta la più grande manifestazione europea legata ai mestieri”.

Josef Herk, presidente del comitato promotore di EuroSkills 2021, ha precisato: “Faremo il possibile per ospitare EuroSkills a Graz nell’autunno 2021. Il nostro entusiasmo e la nostra determinazione non sono mai venuti meno. Realizzeremo questa vetrina internazionale per l’istruzione e la formazione professionale perché i nostri giovani studenti e i professionisti sono il nostro futuro. È soltanto con il loro aiuto che potremo vincere le enormi sfide che ci attendono nei prossimi anni”.

Se vuoi, approfondisci qui ➡️ www.euroskills2021.com

L’intervista: Franco Sanna

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L’esperienza WorldSkills nelle parole del direttore dell’ “Ente nazionale giuseppini del Murialdo – Engim” di Pinerolo

Intervistato sui campionati nazionali dei mestieri WorldSkills Italy che a ottobre 2020 si sono svolti a Bolzano, il vostro docente di falegnameria Danilo Caffer ha raccontato l’esperienza con toni entusiastici. Li condivide?

Sì, certo. Rappresentiamo una realtà piccola ma ce la mettiamo tutta, quindi per noi raggiungere i campionati nazionali è stato motivo di grande soddisfazione. L’entusiasmo di Caffer è anche il mio, di tutta la sede di Pinerolo e anche di Engim Piemonte.

A proposito dell’esperienza WorldSkills Italy, cosa ha restituito a lei personalmente?

Uno stimolo a migliorare, perché dal confronto con altre realtà ho potuto capire quali siano i nostri limiti. Il comparto di falegnameria, che ha concorso a WorldSkills, era nato per alimentare il bacino di artisti del Pinerolese: ora che ci siamo resi conto del livello qualitativo raggiunto da questo settore in altre aree geografiche, abbiamo un punto di riferimento preciso a cui mirare. Concretamente, sto pensando a investimenti per acquistare attrezzature più aggiornate.

Quali sono state, invece, le ricadute per i ragazzi?

L’esperienza è stata un vero valore aggiunto. Ho apprezzato il grande impegno che i ragazzi hanno profuso durante la preparazione e le competizioni. Mi fa piacere segnalare che lo studente che ha partecipato ai campionati nazionali ha trovato lavoro poco dopo: la passione che lo connota nella vita personale lo ha fatto distinguere anche agli occhi del datore di lavoro.

In Piemonte si lamenta lo scarso riconoscimento sociale di cui le professioni artigianali godono rispetto all’alta considerazione che ottengono invece in Alto Adige. Condivide questo punto di vista?

Sì, esiste un gap culturale, che nel settore della falegnameria è particolarmente accentuato. In Alto Adige c’è una tradizione locale molto radicata, da noi i mobili a mano li fanno ormai in pochi… Le altre filiere invece – penso per esempio a quelle degli acconciatori, addetti vendite, elettricisti, meccanici… – hanno una buona tensione occupazionale anche in Piemonte.

In che modo il format WorldSkills contribuisce all’innalzamento della formazione professionale di studenti e docenti?

Per la formazione professionale è un’ottima vetrina. Diversamente da nazioni come Germania e Francia, dove questo settore ha una sua alta dignità, in Italia invece è considerata una scelta di serie B. I nostri “concorrenti” sono i licei: i genitori li preferiscono rispetto alle scuole professionali. Eppure nel giro di un anno e mezzo in Italia la maggior parte dei qualificati degli enti professionali trova un’occupazione oppure sta ancora proseguendo gli studi. Credo che WorldSkills abbia la possibilità di rappresentare al meglio la dignità della filiera della formazione professionale e di modificarne la percezione generale.

Ed è una vetrina anche per l’orientamento professionale?

Assolutamente sì, in questo senso ha una funzione fondamentale. Anzi: dal momento che spesso all’ultimo anno delle scuole medie le famiglie hanno già indirizzato le scelte scolastiche dei propri figli, a mio parere i mestieri WorldSkills dovrebbero essere proposti “in vetrina” prima, magari al primo o al secondo anno delle scuole secondarie di primo grado.

WorldSkills è un’occasione di formazione di alto livello. Quali ricadute concrete ha riscontrato nei ragazzi?

WorldSkills è un’ottima opportunità per potenziare le loro competenze. Personalmente mi piacerebbe però che, oltre alle competenze professionali, che sono concrete e subito visibili, i ragazzi possano acquisire anche le cosiddette competenze secondarie. Faccio degli esempi: a supporto del sapere essere e saper fare, dovrebbero imparare anche il saper risolvere un problema, collaborare con i colleghi, essere puntuali, portare avanti la commessa. Sono skills fondamentali per i lavoratori in tutti i mestieri.

La condivisione dei parametri WorldSkills va nella direzione di una certificazione unica delle competenze professionali, riconosciuta a livello regionale per non dire internazionale. La considera una opportunità in più che i giovani possano spendere nel mercato del lavoro?

Attualmente i profili professionali sono molto generici, lasciati alla personalizzazione individuale, descritti con aggettivi e non da indicatori puntuali. La possibilità di fare riferimento a parametri standardizzati sarebbe molto vantaggiosa.

Quale ritiene sia il vero valore aggiunto di WorldSkills?

La sua funzione di orientamento e l’occasione di incontro e confronto con altre realtà professionali al di fuori del tradizionale contesto scolastico.

Sarebbe favorevole all’adozione degli standard WorldSkills nel sistema scolastico regionale o nazionale?

Condividere parametri specifici permetterebbe di “parlare tutti una stessa lingua” e sistematizzare qualcosa che fa fatica a essere uniformato. Condividere quei parametri così alti permetterebbe di innalzare il livello di formazione dei nostri ragazzi. Proprio di questo c’è bisogno: competenze di alta qualità che permettano ai ragazzi di andare oltre il momento contingente, “prendi la qualifica e il lavoro lo impari lavorando”. Ai ragazzi serve raffinare le proprie skills tecniche a scuola per poi affrontare un mondo del lavoro che chiede già professionisti capaci. Noi siamo, per così dire, supini a un ricatto: per ottenere il riconoscimento di obbligo di istruzione abbiamo abbandonato un 20 per cento di ore di laboratorio a vantaggio di materie di base, come italiano e matematica, che depauperano il “cuore” del corso. Un esempio? Su 30 ore settimanali solo 11 sono dedicate al laboratorio di falegnameria, nel 1981 erano 18. Noi dobbiamo insegnare un mestiere e invece abbiamo barattato la nostra specificità.

L’alternanza scuola lavoro va in questa direzione?

Sì, ma in Italia le aziende non sono ancora pronte, la considerano per lo più una perdita di tempo invece che un’opportunità arricchente. Se funzionasse come in Germania, dove è finanziata con investimenti sostanziosi, per i nostri ragazzi sarebbe un’ottima occasione. Qui non riusciamo a farla decollare.

Si parla insistentemente di academy, dove la formazione professionale collima con le esigenze delle imprese. Come vedrebbe un’Academy WorldSkills Piemonte in questa importante funzione di raccordo fra scuola e mondo del lavoro?

Sarebbe perfetta, a patto che gli insegnanti dell’academy siano professionisti del settore di alto livello, che portino un know-how elevato. Se così fosse, io li vorrei non solo per formare gli insegnanti, ma soprattutto i ragazzi nelle aule e nei laboratori.

Una parola per definire WorldSkills?

Una bella vetrina di opportunità lavorative e orientative.

Confermate la vostra adesione alle prossime edizioni?

Certo, appoggio caldamente la partecipazione.

Desidera aggiungere qualcosa?

Vorrei ringraziarvi per l’opportunità che ci avete offerto.

I webinar di Orientamento ai mestieri WorldSkills online

Fra i 130 webinar ospitati dalla prima edizione di IOLAVORO Digital Edition, che si è svolta il 2 e 3 dicembre 2020, sono stati 45 quelli organizzati da WorldSkills Piemonte.

Dedicati a tematiche legate al mondo dell’orientamento formativo e professionale e alla presentazione delle offerte didattiche di istituti e agenzie formative, i webinar che si sono tenuti nelle stanze virtuali attive nello spazio Orientamento ai mestieri WorldSkills hanno visto circa cento relatori – stakeholder istituzionali e rappresentanti delle realtà del mondo dell’istruzione e formazione piemontesi – proporre momenti di informazione e formazione. Fra gli spettatori anche 1.500 studenti, che hanno assistito accedendo dalla piattaforma digitale oppure in diretta live dai canali social, interagendo in live chat.

Questo successo ha suggerito di rendere tutti i webinar disponibili gratuitamente anche a evento concluso, e da oggi i video sono consultabili on demand.

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L’intervista: Luca Dalmasso

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L’esperienza WorldSkills nelle parole del docente dell’ “Ente nazionale Acli istruzione professionale – Enaip” di Cuneo, expert WorldSkills nel settore della meccatronica.

La direttrice della sua agenzia formativa, Alessia Cesana, dice che è tornato da Bolzano pieno di entusiasmo e idee. È così?

Sì, lo confermo: ai campionati nazionali dei mestieri ho vissuto un ambiente che apre a prospettive nuove, in cui professioni da noi spesso trascurate vengono valorizzate e trattate con grande riguardo.

Non si riferisce solo alla sua specializzazione, la meccatronica?

No, non solo: tutti i mestieri professionali sono tenuti in alta considerazione.

Entusiasmo e anche un po’ di rammarico per il confronto con la realtà piemontese, quindi?

Non parlerei di rammarico, ma di nuovi orizzonti: l’esperienza vissuta a Bolzano è diventata un punto di riferimento verso cui tendere. Quegli standard così elevati sono i nuovi modelli a cui fare riferimento per innalzare le competenze dei nostri ragazzi.

Condividere i parametri che WorldSkills pone per ogni mestiere a livello internazionale è già un buon punto di partenza per innalzare le competenze professionali dei ragazzi piemontesi…

Sì, ne sono convinto, istituzionalizzare la condivisione di quei parametri sarebbe un input positivo per tutto il sistema formativo.

Usa il condizionale. Cosa lo impedisce?

Bisogna fare i conti con un requisito preliminare indispensabile: occorrono investimenti, soprattutto per attrezzare adeguatamente i laboratori. A Bolzano i competitor piemontesi hanno trovato attrezzature molto avanzate rispetto a quelle che abbiamo a disposizione: là i ragazzi si formano sugli stessi macchinari che i professionisti usano nelle loro attività quotidiane. Bisogna partire da laboratori efficienti e aggiornati per poter offrire una formazione di alto livello.

Fra le ricadute, una formazione di alto livello agevolerebbe anche un contatto diretto con il modo del lavoro?

Sì, certo, ci sarebbe un beneficio reciproco. Quando si preparano ragazzi competenti, viene da sé che anche il mondo del lavoro ne trae giovamento.

Da Bolzano ha messo “in valigia”, anzi, “nella cassetta degli attrezzi” qualche progetto da riproporre nei laboratori a scuola?

Sì, ci sono tante idee. Le ho condivise con i colleghi che le hanno trovate interessanti. Purtroppo il contesto che stiamo vivendo non aiuta: i ragazzi non sono in presenza, i laboratori sono vuoti e questo rende tutto difficile. Quando la situazione si sarà normalizzata le cose cambieranno.

Come è stata l’esperienza WorldSkills a Bolzano per i suoi studenti?

Eccezionale. Immagini cosa significhi per ragazzi così giovani stare fuori casa e confrontarsi con coetanei e adulti. È stata un’esperienza immersiva e intensa, con un livello di coinvolgimento eccezionalmente alto. Per le loro vite personali WorkdSkills ha rappresentato uno stimolo davvero arricchente.

E per il loro curriculum?

Certamente un’esperienza WorldSkills impreziosisce il curriculum! Tuttavia l’organizzazione merita di essere più conosciuta presso le aziende, che potrebbero così comprenderne maggiormente il valore.

Le skill che vengono potenziate nei competitor durante la preparazione per i campionati vengono trasferite anche agli altri studenti?

I partecipanti alle competizioni ne fanno esperienza diretta: spetta poi a expert e tutor riversarle anche sugli altri studenti in modo che ne traggano beneficio.

In che modo il format WorldSkills contribuisce all’innalzamento della formazione professionale anche dei docenti?

WorldSkills offre ai docenti una grande occasione di ispirazione e aggiornamento. Questo avviene grazie al confronto con altri formatori e attraverso l’osservazione delle prove assegnate ai ragazzi.

C’è anche una funzione di orientamento?

La pandemia ha momentaneamente ridotto il suo potenziale, ma in tempi normali l’esperienza Worldskills è molto funzionale rispetto all’orientamento.

Qual è, secondo lei, la funzione caratterizzante WorldSkills?

Ne vedo diverse che vale la pena menzionare: l’opportunità di incontro e confronto con altre realtà professionali, ma anche la possibilità per i ragazzi di gareggiare in un clima che simula quello dell’ambiente di lavoro. E ancora l’innalzamento del livello formativo e la funzione di orientamento per il pubblico di giovani e giovanissimi che assistono alle gare.

Una parola per definire WorldSkills?

Competizione. Nel senso semantico della parola, che ha la stessa radice di competenza. Quindi Worldskills, per me, è un luogo dove si mettono in gioco le proprie competenze.

WorldSkills compie 70 anni

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Era il 1950 quando ventiquattro giovani apprendisti si trovarono a Madrid, in Spagna, per sfidarsi in quella che sarebbe stata riconosciuta come la prima competizione WorldSkills. Era la nascita delle cosiddette olimpiadi dei mestieri.

Da allora sono trascorsi 70 anni. Per sottolineare questo importante traguardo i curatori e gli esperti del WorldSkills Museum hanno raccolto – e gli studi proseguono ancora – testimonianze e documenti che raccontano la nascita e lo sviluppo dell’organizzazione. Il risultato finale delle loro ricerche sarà reso pubblico in occasione dell’inaugurazione del WorldSkills Museum, prevista nel 2022 a Shanghai, in Cina, nella cornice della quarantaseiesima edizione del campionato mondiale WorldSkills.

L’origine

Alla prima gara, ospitata dal 21 novembre al 6 dicembre 1950 nell’istituto Virgen de la Paloma di Madrid, parteciparono due nazioni, Spagna e Portogallo, ognuna con dodici rappresentanti, e c’era anche un giovane concorrente del protettorato spagnolo del Marocco. L’incontro internazionale voleva essere un ampliamento delle gare nazionali già diffuse in Spagna negli anni Quaranta ma, nel clima di ricostruzione del Dopoguerra, lo scopo dichiarato era incentivare i giovani a imparare bene un mestiere, mettendone alla prova le abilità e premiando i migliori con la prospettiva di creare una forza-lavoro con competenze di alto livello che fosse motore per la crescita delle economie nazionali. Settanta anni fa i mestieri in gara erano sei – installazione di tubature, creazione di modelli in legno, tornitura, creazione di circuiti elettrici, fresatura ed ebanisteria – e le giurie impiegarono una settimana a stilare le classifiche. Non esistevano medaglie d’oro, argento o bronzo, i vincitori ricevevano un piccolo premio in denaro, equivalente a circa una decina di euro al giorno d’oggi.

Le edizioni successive

Nel 1953 la Spagna organizzò una seconda edizione e questa volta, oltre al Portogallo e al protettorato spagnolo del Marocco, aderirono Francia, Germania (allora Repubblica Federale Tedesca), Gran Bretagna e Svizzera. Il team più numeroso fu quello tedesco che arrivò in Spagna dal distretto industriale di Wuppertal superando una bufera sui Pirenei a bordo di un pulmino. Le testimonianze di due partecipanti di allora, Klaus Etzel e l’allora diciassettenne Edgar Stengel hanno contribuito a ricostruire quello storico incontro. Al termine delle gare infatti i rappresentanti delle nazioni coinvolte si accordarono sul futuro dell’organizzazione. Fra i team leader c’era anche un giovane Francisco Albert Vidal, che sarebbe poi diventato presidente di WorldSkills International. Quattro anni dopo fu stilato un primo statuto e fondata l’International Vocational Skills Organisation, poi ufficializzata in WorldSkills International. Con l’edizione del 1970 a Tokyo l’organizzazione acquisì una veste intercontinentale.

Il presente

Oggi WorldSkills conta 85 paesi membri e all’ultima edizione dei campionati mondiali, organizzata nel 2019 a Kazan, in Russia, i competitor sono stati oltre 1.300, provenienti da 63 paesi, in gara per 56 mestieri.

Il futuro

Il prossimo appuntamento è nel 2022 a Shangai, in Cina, e sarà coronato dall’inaugurazione del WorldSkills Museum.

 

Se vuoi approfondire  →  https://worldskills.org/media/news/worldskills-celebrates-70-years/

Successo di Orientamento ai mestieri WorldSkills a IoLavoro Digital Edition

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Al debutto nella sua prima edizione online, IOLAVORO Digital Edition è stata un grande successo. Lo testimoniano i numeri della due giorni dedicata al mondo del lavoro e della formazione, che si è svolta il 2 e 3 dicembre 2020 sulla piattaforma www.iolavoro.org. I partecipanti sono stati complessivamente 5.043, con 1.510 videocolloqui effettuati per quasi 5.000 posizioni lavorative aperte.

Frequentatissimo lo spazio Orientamento ai mestieri WorldSkills: è stato visitato da oltre 1.500 studenti e un centinaio fra docenti e formatori che si sono collegati per conoscere le realtà piemontesi del mondo della formazione e dell’istruzione professionale che aderiscono all’organizzazione internazionale WorldSkills. Molto seguiti anche i 32 webinar tenuti da 86 relatori, esperti che hanno presentato offerte didattiche o fornito strumenti per orientare le scelte scolastiche e professionali di giovani e famiglie.

Tutti i contenuti dei webinar saranno resi disponibili on demand sul sito www.iolavoro.org.

“L’evento digitale è stato progettato, sviluppato e organizzato in un mese, e questa nuova modalità ha generato tra l’altro una notevole riduzione dell’impatto ambientale, un importante risparmio di tonnellate di CO2 e notevole riduzione dei costi. Inoltre, la piattaforma potrà essere sfruttata anche in occasione dei nostri futuri eventi”, commenta Giampietro Ferrarese, responsabile di WorldSkills Piemonte, dell’organizzazione di IOLAVORO, e di Comunicazione ed Eventi di Agenzia Piemonte Lavoro, l’ente della Regione Piemonte che organizza IOLAVORO – evento annuale del POR FSE Regione Piemonte – con i finanziamenti del Fondo sociale europeo.

L’appuntamento alla prossima edizione di IOLAVORO e Orientamento ai mestieri WordSkills è per la primavera 2021.

 

LEGGI IL COMUNICATO STAMPA

Orientamento ai mestieri WorldSkills: il programma

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Il 2 e 3 dicembre 2020 IOLAVORO Digital Edition ospita Orientamento ai mestieri WorldSkills, una delle iniziative legate alla Settimana europea della formazione professionale 2020, organizzata dalla Commissione europea. Un appuntamento dedicato a chi è ancora in cerca del proprio futuro formativo.

 

All’interno di Orientamento ai mestieri WorldSkills sarà possibile incontrare e interagire con le realtà del mondo della formazione e istruzione professionale piemontese che aderiscono alle iniziative WorldSkills: agenzie formative, istituti tecnici professionali, istituti tecnici superiori (ITS). In uno spazio virtuale dedicato saranno consultabili le loro offerte didattiche e opportunità professionali.

 

Proprio attraverso questi enti formativi, WorldSkills Piemonte mette a disposizione uno strumento di orientamento dando la possibilità di conoscere da vicino, tra gli altri, undici mestieri professionali per valutare con consapevolezza scelte formative e futuro professionale. I mestieri rappresentati, con i quali la Regione Piemonte partecipa alle competizioni nazionali e internazionali WorldSkills, sono: acconciatore, cameriere, cuoco, estetista, falegname, grafico, hotel receptionist, meccanico d’auto, muratore, pasticciere, sarto.

 

Consulta il programma dei webinar e scopri tutti gli eventi dedicati all’orientamento.

 

GUARDA IL PROGRAMMA

LEGGI IL COMUNICATO STAMPA

L’intervista: Danilo Caffer

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L’esperienza WorldSkills nelle parole del docente dell’ “Ente nazionale giuseppini del Murialdo – Engim” di Pinerolo, expert WorldSkills nel settore della falegnameria.

I campionati nazionali dei mestieri WorldSkills Italy si sono svolti a ottobre a Bolzano: ha portato a casa qualche “strumento” nuovo dopo questa esperienza?

Porto a casa un’esperienza davvero molto formativa. Ho visto, tra l’altro, che a Bolzano la professione del falegname gode di grande rispetto. I competitor che hanno conquistato le medaglie in questo mestiere erano molto motivati, veloci, precisi e trasmettevano la determinazione di volere essere i migliori. La loro grinta mi ha fatto riflettere sulla necessità di trasferire ai nostri ragazzi piemontesi le stesse qualità: passione, capacità organizzativa e voglia di essere i migliori nel “mettere l’intelligenza nelle mani”.

Cosa ha restituito l’esperienza WorldSkills a lei personalmente, come professionista del settore?

Ho visto un’altissima professionalità, grande precisione nei manufatti lignei, realizzati a calibro, e la disponibilità di attrezzature invidiabili, le migliori al mondo: è stato molto arricchente.

C’è stato confronto con gli altri expert del settore?

Sì, è stato un dialogo positivo. Ci siamo confrontati sull’organizzazione dei corsi, che in Alto Adige sono impostati sul modello duale, con i ragazzi che per tre giorni svolgono attività presso aziende e due nella scuola.

Mutuerà qualche idea da quanto ha visto?

Ho portato a Pinerolo il manufatto e il disegno di un bel progetto che condivideremo in laboratorio, dando grande importanza a velocità, tecnica e precisione, proprio come durante le gare. Anche se per il momento siamo lontani dagli standard WorldSkills, dovremo puntare là.

Dal riconoscimento dei limiti all’esplorazione delle potenzialità…

Per noi era la prima esperienza sia come expert che come competitor. A Bolzano ci siamo scontrati con i migliori. Abbiamo capito a cosa vogliamo puntare per creare falegnami capaci, bravi, che trovino buoni sbocchi occupazionali. Al prossimo appuntamento WordlSkills saremo più agguerriti.

Qual è la fotografia del ruolo del falegname in Piemonte?

Se un ragazzo è bravo, veloce e competente come quelli che abbiamo visto a WorldSkills, il mercato lo assorbe: gli artigiani lamentano la mancanza di queste risorse di alto livello. Purtroppo, però, troppo spesso la falegnameria viene considerata un ripiego.

E i suoi ragazzi come hanno vissuto l’esperienza WorldSkills?

Siamo partiti con speranze, siamo tornati con consapevolezze: di avere margini di miglioramento e di avere bisogno di competenze ancora più alte. Questo ci ha dato entusiasmo e voglia di fare un bel salto in avanti nel nostro mestiere.

Cosa serve?

Il riconoscimento sociale: nella cornice di WolrdSkills falegnami, muratori, piastrellisti sono visti come professionisti di livello impegnati in mestieri che godono di prestigio. Ben lontani da essere un ripiego, per i ragazzi e per le loro famiglie.

Come contribuisce il format WorldSkills all’innalzamento della qualità dell’istruzione e della formazione professionale?

WorldSkills porta a confrontarsi con parametri molto alti, con le eccellenze. Obbliga, quindi, a mettere l’intelligenza nelle mani, guardando all’esempio dei migliori.

Avete creato un network con gli altri partecipanti?

Con gli expert sì, con gli altri competitor meno: del resto sono lì per… competere!

Secondo lei il format WorldSkills svolge anche una funzione per quanto riguarda l’orientamento formativo e professionale dei ragazzi più giovani?

Assolutamente. La parte di orientamento è fondamentale nel caso della nostra professione perché spesso si pensa ancora al falegname come se fosse Geppetto. Il falegname, invece, non è più l’artigiano che se ne sta in bottega, è online e produce manufatti che incuriosiscono.

Quindi innovazione?

Sì, un Geppetto in versione 4.0, che non fa falegnameria classica, perché quella esiste già: deve trovare un proprio modo, personale, originale e produrre qualcosa di diverso da un mobile preconfezionato infondendoci dentro le proprie competenze e la propria anima.

Qual è il valore aggiunto di WorldSkills?

La riscoperta del prestigio dei mestieri, la possibilità di competere in un clima simile a quello del mondo del lavoro e la funzione di orientamento.

Come considererebbe l’adozione degli standard WorldSkills nel sistema scolastico?

Sarebbe molto importante: quei parametri sono alti e a noi, inizialmente, hanno “fatto un po’ male”, ma decidere di inserirli all’interno dei percorsi di formazione professionale alza il livello e restituisce il giusto posizionamento dei mestieri. E poi il riflesso è immediato: ti attieni a quegli standard e vieni riconosciuto come esperto del settore.

Con ricadute sul comparto produttivo…

Certo, perché si riportano quelle competenze nel mondo del lavoro, che ne ha bisogno.

Una parola per definire WorldSkills?

Mettersi in gioco. Con velocità, competenza e rispetto del lavoro.

Desidera aggiungere qualcosa?

Vorrei sottolineare che abbiamo toccato con mano e apprezziamo il grande lavoro che sta dietro alla macchina organizzativa di WorldSkills, prima, durante e dopo l’evento. Complimenti ad Agenzia Piemonte Lavoro!

Quindi ci sarete ancora?

Ci siamo avvicinati a WorldSkills soltanto l’anno scorso, ma posso già confermare che ci saremo anche in futuro.

WorldSkills orienta ai mestieri nella cornice di IoLavoro Digital Edition

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Anche quest’anno Orientamento ai mestieri WorldSkills, la vetrina di WorldSkills Piemonte dedicata all’orientamento professionale, avrà uno spazio proprio all’interno dell’edizione di IOLAVORO Digital Edition, la fiera virtuale di Agenzia Piemonte Lavoro dedicata al matching fra domanda e offerta di lavoro che si terrà il 2 e 3 dicembre esclusivamente online.

Visitando questa stanza virtuale si potranno ricevere indicazioni sui piani didattici e sulle opportunità offerte dalle realtà della formazione professionale che partecipano.

Si potranno inoltre conoscere da vicino undici mestieri fra quelli previsti dal format WorldSkills International – acconciatore, cameriere, cuoco, estetista, falegname, grafico, hotel receptionist, meccanico d’auto, muratore, pasticciere, sarto – illustrati dalle agenzie formative e dagli istituti tecnici professionali che si riserveranno un proprio stand virtuale all’interno dello spazio WorldSkills.

Saranno rappresentati anche gli istituti tecnici superiori, che potranno presentare i propri percorsi formativi fornendo indicazioni su come proseguire la carriera scolastica post-diploma con corsi ad alta specializzazione tecnica.

Tutte le realtà del mondo della formazione avranno la possibilità di caricare video, foto e presentazioni, chattare con gli utenti, programmare webinar.